Julian Sartorius
Quella di Julian Sartorius è una figura che sarebbe riduttivo confinare nella definizione di batterista o percussionista, tale è la capacità dello svizzero di varcare i limiti e le regole imposti dallo strumento ed in generale dal linguaggio musicale, in un percorso di ricerca che sembra interrogarsi piuttosto sulla natura stessa del tempo e sulla possibilità di dilatarne la percezione come pratica artistica.
Nella sua produzione c'è un elemento centrale: il loop. Ne sono un esempio il progetto "Morph", un diario quotidiano realizzato nel corso di sei anni con loop giornalieri da 8 secondi pubblicati insieme ad un'immagine realizzata dallo stesso Sartorius, o il lavoro in studio "Locked Grooves", 112 pattern composti da ripetizioni di uno stesso beat di soli 1,8 secondi di durata.
Ma nella sua produzione c'è anche spazio per un progetto outdoor come "Hidden Track: Basel - Genéve", registrato lungo il tragitto di 200 km che collega le due città svizzere. Nel corso di questo trekking Sartorius ha interagito con l'ambiente circostante attraverso le sue bacchette, ricavando beat e generando texture sonore dagli oggetti presenti lungo il percorso.
In questa continua ricerca dei limiti dello strumento c'è tutto il desiderio di astrazione e la creatività, ma anche la padronanza tecnica di un artista dalla carriera ultradecennale.