NODE festival

VAGHE STELLE + TILMAN EHRHORN

h 21 - Galleria Civica | Palazzina dei Giardini Ducali

Per la prima volta in quattro anni di attività NODE festival si sposta negli spazi della Palazzina dei Giardini Ducali recentemente restituiti alla città dopo importanti lavori di restauro.
Il 26 gennaio le suggestioni sonore di Tilman Ehrhorn e Vaghe Stelle risuoneranno nella cupola della Palazzina a cui faranno eco le opere di Roberto Paci Dalò, Anish Kapoor, Richard Long, Chen Zhen e Vittorio Corsini ospitate in occasione della mostra "Lo Spazio del Sacro" ed esposte nelle sale antistanti visbili al pubblico. Sotto l'arco vibrante di Roberto Paci Dalò il dialogo tra musica e opere troverà il suo "spazio" in un continuo scambio percettivo tra sonoro e visivo in cui lo spettatore è chiamato a immergersi.

L'ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.


Vaghe Stelle

Dopo i progetti Nice Guys e The Pure (ospitato durante la seconda edizione di NODE) nel 2009 nasce il progetto Vaghe Stelle ultima identità del musicista e producer Daniele Mana. Ispirato dalla scena krautrock degli anni ‘70, le sue ultime pubblicazioni dalle atmosfere ancora più rarefatte puntano direttamente al centro del dancefloor, colpendolo con ritmi ipnotici e suoni psichedelici. Nel Dicembre del 2009 esce il primo Ep di Vaghe Stelle, Cicli 1 EP con la label italiana Margot Records, ottenendo ottimi feedback da musicisti del panorama internazionale quali Extrawelt, Agoria, i Modeselektor e James Holden. Altre release importanti sono già programmate per il 2011.


Tilman Ehrhorn

Tilman Ehrhorn e la musica sono un binomio inscindibile. Sassofonista, compositore e insegnante, Tilman è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti della giovane scena jazz tedesca, ma dietro al suo curriculum accademico si nasconde un’anima dedita alle sonorità digitali. Berlinese doc, ha respirato sin dal principio l’atmosfera che ha portato alla nascita della minimal techno di marca teutonica, una componente fondamentale del suo background. L'esperienza come musicista jazz lo porta a un approccio immediato al suono, a ricorrere all'improvvisazione, che gli permette di unire tutte le sue diverse anime musicali.